La Pasta Biologica e le Sue Proprietà
Nel piatto, la pasta biologica è sempre squisita e lega bene sia con intingoli elaborati, come quelli di selvaggina, sia con semplice aggiunta di olio e formaggio. Il prodotto è controllato a partire dal seme, coltivato senza trattamenti chimici, fino alla temperatura di essiccazione che non deve superare i 60° C. In alcuni pastifici, la pasta viene asciugata al di sotto dei 38° C per non alterare proteine ed enzimi. A volte sono impiegate la macina a pietra e l’ acqua di sorgente. La pasta biologica ha un buon contenuto di sali minerali e di vitamine, in particolare di vitamine P e B, importanti per il sistema nervoso.
Già Cicerone e Orazio, sono ghiotti di làgana (dal greco laganoz da cui il latino làganum , una schiacciata di farina, senza lievito, cotta in acqua, il plurale làgana, strisce di pasta sottile: le nostre lasagne). La prima vera documentazione sull’esistenza di un composto assai simile alla nostra pasta la troviamo nel “De re coquinaria libri” di Apicio. In esso la descrizione di un “timballo” racchiuso nella làgana. Si pensa che la Pasta, intesa come maccheroni, sia originaria della Sicilia: nella località di Trabìa, presso Palermo, si fabbricava un particolare cibo di farina in forma di fili, chiamato con il vocabolo arabo “itriyah”. Ed ancor oggi a Palermo si conoscono i vermicelli di Tria. L’etimologia araba del termine “spaghetti” non è supportata da nessun documento che ne confermi l’invenzione araba.
Il termine maccheroni, invece, non ha un’etimologia precisa. Fino al Settecento i tipi diversi di pasta vengono etichettati normalmente come maccheroni finché, i napoletani, divenuti mangia maccheroni, si appropriano del termine e lo usano quasi esclusivamente per identificare paste lunghe trafilate: ormai i maccheroni rientrano nell’alimentazione quotidiana come cibo semplice, povero, ma soprattutto nutriente e veloce, quasi un fast-food ante litteram. Dobbiamo aspettare gli inizi dell’Ottocento per trovare le prime fotografie che mostrano i primi “maccheronari”, agli angoli delle strade, che cuociono, in enormi pentoloni i maccheroni e servirli, appena cosparsi di formaggio grattugiato o pepe. Da questo momento in poi i maccheroni intesi come pasta lunga, tonda e piena, cominceranno ad essere chiamati spaghetti e ad identificare non più soltanto i napoletani, ma tutto il popolo italiano.